Il Manifesto

“Per alterazioni di coscienza non permanenti va bene anche la magnifica musica creata da Marco Trevisani, Diego «Habichuela» Ruiz e Michael Edwards a Cuba: piano preparato, percussioni, elettronica. Il luogo e' il laboratorio nacional de musica electroacustica, l'Avana. Un giorno qualsiasi del 2000, forse. Apagon, il titolo del progetto, prende spunto dai continui black out che caratterizzavano la vita sotto embargo, a Cuba, durante la seconda meta' del secolo scorso. Una metafora del funzionamento intermittente dell'intelligenza e della dignita' umana. Una catasta di computer impallati e file sputtanati.”

(Marco Boccitto, 02/Jan/1999)


L'Arena - di Verona

Al Posto. Applausi convinti da parte di un pubblico internazionale, presente al concerto di musica sperimentale di Marco Trevisani. Computer e alterazioni dei suoni annullano la melodia per esplorare percorsi inconsueti
Viti e chiodi tra le corde

C'è una certa curiosità e attesa quando un musicista veronese che ha svolto la sua carriera all'estero come Marco Trevisani - compositore sperimentale di computer music e pianista - si esibisce nella sua città. Trevisani ha lavorato tra Vienna, la California e il Sudamerica, trovando là le situazioni più adatte al suo tipo di ricerca. Non certo dietro l'angolo: a Verona, come in quasi tutte le altre città d'Italia la computer music non è favorita né diffusa (il discorso vale più in generale per la musica contemporanea), salvo poche rare eccezioni, e dunque chi si occupa di quell'affascinante mondo di suoni deve emigrare per trovare i mezzi tecnologici che Università o centri di ricerca di diversi paesi del mondo mettono a disposizione, trovando anche sbocchi commerciali di non indifferente interesse. Ne sa qualcosa anche un altro compositore veronese, che gode di fama internazionale: Marco Stroppa. Anche lui svolge la sua attività prevalentemente all'estero. Marco Trevisani si è esibito al Posto di via Fincato, in occasione dell'inaugurazione di una conferenza internazionale dal titolo Daf (Digital Audio Effects) che Davide Rocchesso, del Dipartimento scientifico e tecnologico della nostra Università ha organizzato invitando esperti da tutto il mondo: tra l'altro hanno tenuto relazioni il già citato Marco Stroppa e John Chowning, un personaggio che nel mondo della musica elettronica è circondato da grande ammirazione: è stato l'inventore della sintesi di modulazione di frequenza (fm).
Trevisani si è esibito al pianoforte preparato, una tastiera nelle cui corde vengono inseriti, viti, chiodi, mollette e oggetti vari che alterano il timbro e l'altezza delle note. L'uso del pianoforte preparato ci riporta a John Cage, il primo ad utilizzarlo nelle sue composizioni annullando le sue tradizionali funzioni e rivelando infinite possibilità timbriche che sono direttamente proporzionali alla quantità di oggetti inseriti tra le sue corde, e naturalmente all'uso che se ne fa.
Trevisani ha privilegiato l'aspetto percussivo dello strumento, sia per il tipo di pianismo - in una inesausta ricerca di nuovi incastri ritmici tra le note della mano sinistra e quelle della mano destra - all'interno di un percorso interamente prestabilito (non c'è traccia apparente nel suo lavoro di improvvisazione o aleatorietà). E' evidente in questa musica, che non contempla i valori melodici, l'influenza dei ritmi caraibici, e anche un certo colore sonoro della musica fatta con strumenti "poveri" della tradizione popolare di Cuba, paese nel quale Trevisani ha svolto gran parte della sua attività (oltre che all'Università di Stanford in California, uno dei più grandi centri mondiali per la ricerca di musica e informatica) e di cui è innegabile l'impronta.
Ne consegue che la musica di Trevisani, anche nei momenti di interazione tra il pianoforte e i suoni prodotti dal computer, mantiene una fisicità che rende più diretto l'ascolto rispetto a tanta musica contemporanea. Così in pezzi come "O core dumped", dove al pianoforte preparato a ai suoni di sintesi si aggiungono delle tradizionalissime congas, oppure nel crescendo di effetti sonori, gdi grande impatto fonico e fisico, in "Segmentation Fault Beta 1.1".
Applausi convinti al Posto, per un concerto che si è rivelato un felice connubio tra artigianato (vedi la meticolosità con cui viene trasformato il pianoforte) e sperimentazione.
Cesare Venturi (verona, 30/12/2000)

Back to NEWS
Back to SONGO BE'ND
Back to Marco's page